Una storia fatta di impegno, passione, esperienza. L’Osteria Il Cuuc rappresenta l’evoluzione del viaggio di Davide Palestro. Figlio d’arte, si appassiona alla cucina fin da piccolo e corona il suo primo passo in quest’avventura, diplomandosi nel 1995 all’Istituto Professionale per i servizi alberghieri e della ristorazione “Erminio Maggia” di Stresa. Apprende in famiglia le tradizioni culinarie del territorio, specializzandosi nelle preparazioni a base d’oca. Tra le esperienze più significative, i 2 anni passati nelle cucine del “Peck” a Milano.
Tornato nell’azienda familiare, gestisce la cucina tra preparazioni gastronomiche e cene nel piccolo ristorante della Corte dell’Oca. Nel 2007 corona il suo sogno di aprire un ristorante, rilevando il San Michele a Mortara. Nel 2019 il Cuuc si sposta nello storico albergo Bottala, sede oggi dell’Osteria il Cuuc in Corso Garibaldi 1 a Mortara, fronte stazione. Una location di livello, con finiture di pregio e uno stile inconfondibile.
È qui che prende vita un menù sempre aggiornato e ideale fusione tra innovazione e tradizione. Un ruolo importante lo gioca ovviamente il riso, sapientemente lavorato per dare vita a piatti di eccellenza.
Tra cui un grande classico, il risotto con stimmi di zafferano e ragout di “quinto-quarto” d’Oca. «Alla base – racconta Davide Palestro – c’è il classico risotto alla milanese, che nasce proprio a partire dalla mia esperienza lavorativa, da ragazzo, da Peck a Milano. La particolarità di questo piatto è il ragout di quinto-quarto, realizzato con le frattaglie d’oca: cuore, durello, fegatini».
C’è un ricordo d’infanzia dietro la decisione di puntare sulle frattaglie d’oca: «Uno dei primi profumi che mi ha fatto innamorare della cucina era proprio quello del patè di fegato in preparazione nel negozio di mio padre. Quell’odore misto a cipolla stufata e marsala mi inebriava e mi è rimasto dentro. Ho fatto mia, da tempo, quella massima che mi ricorda che da ogni esperienza vissuta a fianco di persone più brave di noi ci consente di apprendere qualcosa. Così è stato per me da Peck, con il risotto, a cui ho voluto aggiungere un mio tocco personale».
Gusto, attenzione ai particolari e uno sguardo ai valori del territorio.